Interior Design: Come la pandemia ha cambiato la progettazione degli interni

09 Aprile 2021

Il mondo dell’interior design è ad un punto di svolta. La pandemia, che ha causato il lockdown della popolazione mondiale dalla fine del 2019 a questa parte, ha sottolineato l’esigenza vitale di riorganizzare gli ambienti della casa. 

Non facevamo attenzione a molti dettagli da tanti anni, abituati a vivere la nostra abitazione solo per poche ore la sera e nei weekend. 

Ma quest’anno ci siamo accorti di quanti difetti strutturali possa avere un ambiente che, vissuto quotidianamente, può presentare delle barriere nello svolgimento di molte attività, ma soprattutto l’isolamento forzato nelle nostre case ci ha fatto capire quanto gli ambienti possano influenzare il nostro umore, il nostro benessere e il nostro modo di vivere e lavorare. 

É sorta per alcuni l’esigenza di dover ricavare uno spazio per operare in smart working, per altri, la necessità di creare uno spazio riservato ai bambini perché possano sviluppare la loro creatività e giocare indisturbati (e senza disturbare o mettere in disordine l’intera casa), o ancora, l’esigenza di ricavare uno spazio esterno fruibile per chi, vivendo in appartamenti in centro città ha riscoperto la gioia di avere un balcone o un terrazzo per preservare ancora quel minimo contatto con l’esterno e respirare aria pulita.

Insomma ammettiamolo, non abbiamo mai vissuto così tanto tra le mura di casa come in quest’ultimo anno, ed è proprio questo che fa nascere nuove esigenze; esigenze alle quali la progettazione d’interni deve fare fronte. 

È una nuova era per gli interior designer di tutto il mondo, che si sono interrogati su quali nuovi canoni si dovranno tenere in considerazione d’ora in avanti durante il processo creativo.

Ma vediamo quali sono gli elementi che porteranno un po’ di aria frasca nel modo di progettare gli ambienti: 

Arredamento minimal e luminoso: se bisogna trascorrere molto tempo al chiuso è necessario ricavare più spazio possibile con un design minimale, che non appesantisca l’ambiente, mobili e complementi d’arredo che siano più funzionali possibili e in cui si possa stipare il necessario senza ingombranti “elementi decorativi”, puramente a scopo estetico, ma molto scomodi. Un arredo minimal va comunque accompagnato a colori chiari per conferire luce agli spazi ma soprattutto per dare un’impressione di maggiore ampiezza alla stanza. 

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L’importanza dell’ingresso: prima forse sottovalutato, adesso si trasforma nella zona della casa in cui lasciare tutti gli oggetti contaminati che portiamo da fuori (scarpe, cappotti, borse, ombrelli, ecc.)

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La zona living ora è polifunzionale: a causa della pandemia, la zona giorno viene spesso utilizzata per lo smart working e la DaD (didattica a distanza), necessitando quindi di spazi flessibili e versatili in grado di garantire la presenza di postazioni funzionali a queste attività, senza però ingombrare eccessivamente (una delle soluzioni potrebbe essere quella di installare una scrivania a ribalta oppure di adibire la stanza degli ospiti a studio) 

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Risalto alle aree esterne: balconi, terrazzi e i giardini, ormai sono essenziali per poter trascorrere qualche ora all’aria aperta non potendo abbandonare la propria residenza. Il richiamo alla natura per chi non dovesse disporre di un’area esterna potrebbe essere possibile grazie all’aggiunta di piante e fiori all’interno dell’abitazione, magari piccoli orti verticali o semplicemente piante ornamentali, che portino un po’ di “green” nelle nostre giornate. 

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